One Wild Night, mini one shot,più uno sfogo che una FF!

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i'd do anything
» Posted on 27/12/2008, 15:13




Stare seduta sul divano produceva effetti che nemmeno io riuscivo a spiegarmi,vedevo tutta la stanza girare e l'alchol pian piano salirmi in corpo.
La mano che reggeva la bottiglia di birra tremava ad ogni mio respiro.Ancora una volta ero sola,sola con me stessa,sola come non lo ero mai stata.
Avevo esagerato anche quella sera,non mi ero fermata davanti a niente e mi importava veramente poco visto che non avevo pi� niente da perdere,se non quel briciolo di sicurezza in me stessa che mi era rimasta,ma anche quella stava andando al diavolo e bruciava pian piano come bruciava il mio stomaco dalla vodka che avevo bevuto poco prima.
Era proprio in questi momenti che tiravo le somme di ci� che ero stata e che stavo diventando,semplicemente un'alcolizzata,prima rispecchiavo la ragazza perfetta,la figlia che tutti volevano andavo bene a scuola,non bevevo,non fumavo ed ero educata con tutti.Poi mi ero calata in una parte che sentivo pi� mia,che sentivo pi� vicina alla persona che stavo diventando.Avevo rotto tutte le barriere da brava ragazza e mi ero lanciata in un mondo fatto di backstage,tour bus,sesso droga alchol e rock'n'roll.
Ogni sera era cos�,ogni sera sempre la stessa identica storia e per quanto mi lamentassi della vita che stavo facendo,non facevo niente per cambiare,per aggiustare,per semplificare e uscire da quel circolo vizioso che io chiamavo vita.
No questa non era vita,questa era solo una lenta e dolorosa morte.
La solitudine mi accompagnava ogni giorno,lei era l'unica cosa che mi faceva compagnia,oltre che alle mille bottiglie di alchol che possedevo in casa.
Casa.Che parola grossa,non avevo pi� una casa ormai da anni,non avevo pi� una famiglia su cui appoggiarmi,non avevo pi� nemmeno un anima.
Lancia la bottiglia contro il muro e la guardai infrangersi contro il muro,ecco come mi sentivo,come una bottiglia lanciata contro un muro,pian piano anche io mi infrangevo.Lentamente.Sempre pi� lentamente.
Decisi di uscire da quel posto infernale,mi sentivo soffocare da tutto,stavo per scoppiare e prima sarei uscita,prima avrei potuto urlare tutto il mio odio verso il mondo.
Fuori pioveva,la pioggia mi avrebbe aiutato a sfogarmi,avrei potuto piangere senza che nessuno se ne accorgesse,non volevo che nessuno si accorgesse delle mie lacrime colpevoli e non sempre innocenti.
Non mi preoccupai nemmeno di chiudere la porta di casa a chiave,mi limitai solo a sbatterla pi� forte che potessi per poi iniziare a correre pi� veloce di quanto credessi giu dalle scale,sentivo le scarpe sbattere violente sulla superficie liscia di marmo e la mano scorrere veloce sul corrimano di legno riverniciato per non far sembrare quel palazzo ancora pi� decadente e deprimente.
Mancava solo un portone a dividermi dalla tempesta che si stava scatenando fuori.Schiacciai il pulsante e magicamente quello fece aprire il mio varco personale tra la vita e la morte.
Usc� sotto la pioggia incessante,cors� sul marciapiedi saltando dentro una pozzanghera,bagnandomi fino a sentire anche l'acqua nelle parti pi� nascoste del mio corpo.
Saltavo come una bambina piccola incurante degli sguardi dei passanti,di chi commentava quanto fosse pazza quella ragazza o di chi cercava in tutti i modi di essere indifferente.
No non ero pazza,ero ubriaca,ero incazzata con il mondo intero,vi faccio schifo?vi faccio pena?beh non mi importa,ripetevo a me stessa,posso farvi pena e schifo quanto volete,questa solo io,questa � la vera me e mai potr� cambiare questa mia posizione,mai vorr� cambiarla.
Mi inginocchiai a terra lasciando cadere i capelli bagnati sul mio volto,iniziai a piangere tenendomi la pancia che si contorceva come un serpente,giorni che non toccavo cibo,bevevo e basta,volevo solo quello,morire il resto poteva fottersi.
Alzai la testa e guardai il cielo prima di iniziare ad urlare con tutta la voce che avevo in gola,lasciando che le gocce di pioggia mi cadessero in gola quasi volessero soffocarmi.
Sentivo la gola grattare,sentivo i polmoni stanchi e imploranti di smetterla di urlare,di dargli un p� di tregua per riprendere fiato,ma non volevo nemmeno quello,collassate,urlavo a loro che mi davano chiari segnali di dolore acuto,collassate una volta per tutte e fatemi morire qui su questo marciapiede sotto questa pioggia per una volta fatemi un regalo portatemi via da questa vita piena di odio e dolore,per una volta ascoltate il mio urlo disperato.
Mi alzai solo quando mi sent� meglio,rimasi piegata sulle mie gambe per qualche minuto,per connettere il cervello e dare la possibilit� alle mie ossa di riprendere vita.
Iniziai a correre verso il Safe,locale all'ultimo urlo che ospitava i miglior after show della zona.Sicuramente questa sera un altro gruppo stava festeggiando la chiusura di un concerto spettacolare con sold out,e io mi stavo dirigendo verso le braccia del mio nemico oscuro,avevo bisogno di bere ancora,avevo bisogno di dimenticare.
Bob,buttafuori storico di quel locale,era a braccia conserte davanti alla calca di gente che voleva entrare,chi per divertirsi,chi per bere qualcosa col gruppo presente in sala.
Le braccia muscolose e piene di tatuaggi erano come sculture incise nel gesso,i muscoli provocavano dei minimi spostamenti che creavano inquietudine,ma anche sogni perversi da parte di finte groupies che cercavano in tutti i modi di colpire l'animo gentile di Bob per entrare nell'area vip.
Io non ne avevo bisogno,al tempo avevo dato anche io e ora avevo l'accesso facile a quelle porte.
-Eva.-mi salut� con un sorriso dolce in volto,per lui ero come una sorellina minore su cui sentiva il bisogno di dare protezione e amore ogni volta che ne sentiva il bisogno e io,quando ne avevo voglia,glielo permettevo.
-Bob.-lo salutai con un debole sorriso senza alzare di troppo la testa,non volevo che mi vedesse cos�,gli avevo promesso che avrei smesso,che sarei andata alle sedute,ma non avevo avuto il coraggio di entrare in quella stanza piena di falsit� e ulteriore dolore.-serata interessante?
-Diciamo pure di si,c'� un gruppo della zona,sono abbastanza famosi.
-Allora entro.-sganci� il moschettone che reggeva la fune rossa e mi fece entrare sotto gli schiamazzi di disapprovazione della gente in fila,non potete sapere quindi non commentate.
La musica che mi colp� appena entrata era una delle mie canzoni preferite,quella giusta per una serata come questa,dura,pesante,urlata,proprio come avevo fatto io poco prima.Lanciai il giaccone alla ragazza della cassa che mi strizz� l'occhio come saluto,tra di noi bastavano poche parole solo piccoli gesti e ti capivi fino in fondo.
Mi addentrai tra la folla che spingeva per un bicchiere di birra o qualche cocktail che ti rendeva figo solo perch� lo tenevi stretto tra le mani.
Tiravo spallate per farmi spazio tra la gente e non sentivo il bisogno di chiedere scusa a nessuno,ero fatta cos� ormai,l'educazione per me non esisteva,ormai era solo un ricordo lontano.
Vidi Geena in lontananza e le corsi incontro saltandole sulle spalle.
-Ciao stronzetta.-le urlai nell'orecchio sentendola ridere e dimenarsi sotto di me.
-Ciao brutta stronza che fine hai fatto ieri sera?il bassista del gruppo ti cercava.
-La mia amica vodka mi reclamava a casa,si sentiva sola.
-Dio puzzi da far schifo,Bob ti ha vista?
-Bob si pu� fottere stasera non � la serata di moine e paternali.Andiamo a bere qualcosa?
-Eva sono occupata.-mi fece segno con la testa indicando un ragazzo che stava davanti a lei sorseggiando il suo cocktail speciale.Non era per niente male,ma sapevo che Geena avevo i gusti raffinati per i musicisti,li sapeva scegliere con cura e perfezione,alla fine se li portava a letto e il giorno dopo era solo l'ennesimo della serata,ma,come diceva lei,anche se solo per una notte me lo scelgo bene,a differenza di me che qualsiasi fosse mi andava bene,basta che mi offriva da bere e mi faceva stare bene per qualche ora. Il resto,come sempre,non contava.
-Oh scusami tanto,beh vado da sola.A dopo amore.-le diedi un bacio sulla bocca ammiccando al ragazzo che mi rispose con un sorriso,facendo muovere il piercing al labbro in un modo affascinante.
Me ne andai prima che un istinto strano mi portasse a fare qualcosa di stupido,cos� ricominciai a vagare per il locale osservando chi mi passava di fianco,osservando i costosi vestiti che indossavano e disprezzando tutto quel profumo che serviva solo per fare bella figura con le ragazze.
Penosi,mormorai guardando quella massa di fighetti che non sapevano niente della vita,ma che si credevano importanti.
Arrivai al bancone facendo spazio ignorando gli insulti di chi,da ore,stava aspettando il suo turno.
Trovai uno sgabello libero e mi ci fiondai facendo spostare,in modo scontroso,una ragazza che indossava una minigonna e un top,il tutto contenuto in 10 centimetri di tessuto totale.
-Eih.-url� sopra la musica.
-Che cazzo vuoi?levati stronzetta.-le risposi senza nemmeno guardarla in faccia,le avrei vomitato addosso come minimo.
-Eva ciao come stai stella?-Robbie mi salut� con un bacio sulla guancia continuando a scheckerare.
L'unico ragazzo gay che sopportavo e a cui volevo bene,ero stata a letto anche con lui quando ancora era etero e non era per niente male il ragazzo,peccato che poi avesse deciso di cambiare sponda.
Di fianco a me un ragazzo fissava la sua birra senza avere la minima intenzione di berla.
Sembrava cos� assorto nei suoi pensieri che per la prima volta nella mia vita stavo desiderando di conoscere quei pensieri nascosti.
Per la prima volta nella mia vita mi stavo sentendo veramente bene,solo guardando quello sguardo cos� dolce,cos� infantile,e non stava guardando me,la prima persona che non mi osservava,come se fossi cibo,appena mettevo piede dentro un locale o un backstage.
-Che ti porto gioia?
-Una vodka liscia e una per il mio amico,la birra ormai non fa pi� effetto.-Robbie rise e portando via la birra al ragazzo sconosciuto ci present� su un piatto d'argento il miol nettare preferito.
-Serata di merda vero?-gli chiesi buttando giu di colpo il liquido bianco e quasi innocente.
-Diciamo solo che non mi va di festeggiare.-rispose prima di svuotare il bicchiere.-altro giro?offro io.
-Robbie altro giro.Beh come mai sei qui se non hai voglia di festeggiare?
-I miei amici hanno rotto fino a che non ho ceduto.E tu?
-Questi non sono cazzi tuoi,io qui ormai ci vivo.-mi sarei aspettata un vaffanculo,o che addirittura si alzasse e se ne andasse,invece rimase li,aspettando il giro di vodka che Robbie stava preparando.
-Scusa non volevo essere invadente.-quella frase mi stup�.Chi sei tu per farmi sentire diversa in cos� poco tempo?
-Non fa niente.Bene alle serate di merda.-alzai il bicchiere facendolo scontrare contro il suo.
-Alle serate di merda.-mi segu� sorridendo.
Andammo avanti a bere per altri cinque giri di vodka liscia,ormai tutto il mio mondo era ridotto in mille frammenti,la vodka stava regnando il mio corpo e io la lasciavo regnare senza esitazioni.
Il mio amico di bevute si era accasciato sul bancone rigirandosi tra le mani il bicchierino vuoto,continuando a ridere su qualcosa di inutile.
Aveva offerto tutto lui e io mi stavo sentendo una vera merda,anche li,per la prima volta,mi stavo sentendo in colpa per sfruttare questo ragazzo che mi aveva lanciato addosso scariche positive sin dal primo sguardo non indirizzato a me,ma a qualcosa di troppo lontano e a me sconosciuto.
-Se ti chiedo cosa fai nella vita mi mandi a fare in culo?-mi chiese alzandosi per appoggiarsi allo schienale della sedia.
-No sono troppo ubriaca per pensare a insulti simili,comunque niente faccio la groupie,bevo,sfrutto le rock star e viaggio a spese loro.
-Scherzi?
-Mai stata pi� seria.
-Quindi ora mi stai sfruttando?
-Perch� sei una rock star?
-Cos� dicono,sono il cantante di un gruppo,ma non mi sento una rock star,forse un perdente che ha avuto fortuna.
-Allora non ti sto sfruttando.-conclusi sbattendo sul bancone il bicchierino.Robbie mi lanci� uno sguardo poco gradevole e and� verso il telefono.Merda stava per chiamare Bob.-andiamocene.
-Come?non ci reggiamo in piedi.
-Beh io me ne vado tu fai quel cazzo che vuoi.-recuperai il giaccone,salutai Kelly e corsi fuori dal locale dalla porte sul retro in modo da non incontrare Bob ed evitare quindi un cazziatone infinito.
Mi ritrovai nel silenzio della strada a camminare da sola,con il cappuccio calato sulla testa e i vestiti ancora un p� bagnati dalla mia follia pomeridiana.
-Eih fermati.-mi votlai e vidi quel ragazzo venirmi intorno.
Non so come,ma speravo che mi seguisse fuori dal locale,non so come,ma la sua presenza mi faceva bene.-dove andiamo?
-Non lo so,tu dove vuoi andare?
-Andiamo sul lago,conosco un posto tranquillo dove nessuno pu� rompere le palle.
-Eih finta rock star stasera non becchi niente se � questo a cui stai pensando.
-Mi spiace deluderti,ma io non mi scopo le groupies.
-Cazzo amico guadagni punti ogni secondo che passa.-scoppiai a ridere prima di tirarlo dalla manica della felpa per farlo camminare.
Rimanemmo in silenzio per non so quanto tempo,ma andava bene cos�,non avevo voglia di parlare in quel momento,volevo godermi la citt� in silenzio,godermi il cielo stellato,segno della fine della pioggia,e la luna che usciva timida da dietro i grattacieli.
Anche lui sembrava della mia stessa opinione,non parlava,teneva la testa alta con lo sguardo fisso davanti a se,e anche li avrei pagato oro per sapere a che pensava.
Ma perch� mi stavo facendo tutte queste domande,cosa mi interessa di questa persona che � solo di passaggio,esattamente come tutte quelle che passano per la mia vita solo per una notte?e la cosa pi� strana che verso di lui non provavo nessuna voglia di sesso,volevo solo stargli accanto e sentire ancora quelle scariche positive che emanava.
Forse lui poteva essere quella salvezza personale che stavo cercando in tutti quelli che conoscevo.
-Come ti chiami?-chiese all'improvviso senza guardarmi in faccia.
-Eva.-risposi sbrigativa,volevo fargli sapere il meno possibile di me,non volevo che sapesse troppo,non meritava di soffrire per tutto ci� che mi ero costruita.-e tu?
-Pierre.-arrivammo sulla camminata del lago e continuando nel nostro silenzio fu lui a guidarmi giu per una stradina che portava ad una piazzola di cemento,a solo pochi passi dall'acqua fredda.
Ci sedemmo sul freddo del cemento,mi chiusi del tutto la giacca iniziando a sentire il freddo crescere in me,la sbronza era nel pieno del suo effetto,la testa girava pesantemente,ma ormai ero abituata anche a quello non mi rendevo pi� conto di come fossi conciata. Il mio trucco probabilmente era tutto sbavato e gli occhi sembravano quelli di una folle omicida,ma non mi importava,lui era comunque qui con me e le sue intenzioni erano quelle di passare una serata senza domande,senza spiegazioni,con il silenzio padrone di tutto e un qualcuno al tuo fianco a cui non importava minimamente di cosa avesse sbagliato.
-Bello sto posto.-ruppi il silenzio appoggiando le mani dietro di me per sorreggermi.
-Gi�,quando sono ubriaco ci vengo spesso,mi aiuta a riflettere.Almeno sono da solo senza nessuno che fa domande.
-Tranquillo io per prima non ne faccio per non sentirmele fare.
-Diciamo che a volte possono anche far piacere,ma le persone non sempre capiscono quando non � il momento adatto per porle.
-Esatto.Tipo adesso,non so nemmeno io che voglio,forse che me ne fai o forse no,avrei voglia di sfogarmi,ma allo stesso tempo preferisco il silenzio.
-Proprio cos�.Beh se vuoi te le posso anche fare,ma non ti aspettare che risponda alle tue.-non rispose,ancora una volta non rispose,fosse stato un altro l'avrei massacrato di insulti,ma con lui non riuscivo a essere stronza come qualsiasi altra persona.
Chi sei tu per rendermi cos� perfetta?io non lo merito.
-Che � successo stasera?-gli chiesi,avevo voglia di sapere tutto di lui.
-Stasera niente,i giorni prima la mia ragazza mi ha lasciato con una cazzo di mail dicendomi che aveva trovato uno meglio.
-Bella stronza.
-Gi�,dopo che l ho portata in giro per il mondo,che le ho pagato tutto e che l'ho riempita di regali.Che merda.
-Non sei stato molto intelligente,mai dare troppo ad una persona.
-E' una tua teoria.
-Diciamo pure di si,l'ho appurato con il passare del tempo.-e ora chiedimi di me Pierre,ti prego chiedimi perch� mi sono ridotta a fare la troia dei gruppi,chiedimi come sono finita in questo mondo di merda senza nemmeno averlo scelto. Ti prego chiedimelo Pierre.
-E a te che � successo?
-Stasera niente,i giorni prima ho litigato con i miei genitori,me ne sono andata di casa,mi hanno diseredato,e sono finita in questo giro,ma mi va bene cos�.
-Ti va davvero bene cos� Eva?
-Forse Pierre,non lo so,forse mi va bene cos�,se no avrei gi� provato a cambiare le cose.
-Quello che avrei dovuto fare anche io molto tempo fa.
-Beh le cose ti sono andate comunque bene,sei ricco,sei famoso,suoni in giro,mica male come vita.
-Gi�.-e cos� si spense ancora una volta la conversazione,gli avevo detto pi� di quanto mi ero prefissata di dire ad uno sconosciuto,ma niente mi aveva bloccato in quel momento.
Rimanemmo in quella posizione fino a che le prime luci del giorno spuntarono da dietro la citt�.La luna lasciava spazio al sole,le stelle andavano a riposare pronte per un'altra nottata di terrore e di dolore. Io non ero ancora pronta a chiudere la notte,non ero ancora pronta a vivere una nuova giornata sapendo ci� che mi aspettava,avrei voluto che quella notte non finisse mai,solo per il piacere di avere il silenzio condiviso con un'altra persona che si sentiva come spesso mi ero sentita io negli ultimi anni.
Per una votla avevo qualcuno con cui condividere qualcosa.
Per una fottutissima volta non dovevo vergognarmi di ci� che ero.
Le prime macchine spuntavano sul lungo ponte che divideva la vecchia Montreal da quella nuova,le ultime sicurezze stavano scomparendo a ogni rombo di motore.
La notte stava finendo e lui,da li a poco,sarebbe scomparso come le stelle del cielo.
-Sono le sei del mattino,sono tre ore che siamo qui.-sorrise guardando il cellualre per poi riporlo nella tasca dei jeans.
Anche quel gesto mi faceva bene.
-Come passa il tempo vero?
-Si,un'altro giorno sta iniziando,tu hai voglia di viverlo?
-No Pierre,perch� ogni giorno spero sempre sia l'ultimo.
-Andiamo?
-Si andiamo.-non so dove,ma andiamo Pierre,l'importante � che tu non sparisca quando meno me lo aspetti.
Mi diede una mano ad alzarmi da terra,ritornammo sulla stradina sconnessa del fiume per poi inoltrarci nel primo traffico mattutino che stava invadendo la citt�.
-Senti...tu...devi tornare a casa?
-In teoria,ma non ne ho molta voglia.
-Io abito qui vicino se ti va ti offro un caff�.
-Non corretto per�.-scoppiammo a ridere sovrastando il rumore dei tram e delle macchina,continuammo cos� fino al portone di casa mia,tutte le barriere di difesa si erano sbriciolate con il solo potere di una risata.Ora non mi importava pi� niente che lui sapesse veramente chi fossi,io volevo che lui lo sapesse,volevo che sapesse tutto di me senza nascondere niente,volevo farmi conosciere da questo ragazzo appena conosciuto,con cui avevo condiviso la nottata pi� bella della mia vita.
-Scusa la casa fa schifo.-mi vergognai di farlo entrare in quella topaia sempre buia e con una puzza di fumo di sigaretta che non esitava ad andare via.
-Ho visto di peggio.-si lev� la giacca buttandola sul divano e insieme andammo nella piccola cucina.Preparai la moca del caff�,rigorosamente italiano,e tirai fuori qualche biscotto.
Guardai la bottiglia di rum nella dispensa,non ebbi la voglia di prenderla e berla,mi venne un senso di vomito solo al pensiero.Qualcosa in me stava finalmente cambiando e speravo che fosse la volta giusta per ricominciare da zero.
Bevemmo caff� e fumammo sigarette fino alle otto del mattino.
Sentivo il mio corpo desideroso di un sonno profondo e riposante,sentivo i miei occhi bruciare ad ogni battito di ciglia,ma quello poteva aspettare,avevo ancora tanto da raccontare,avevo cos� tanta voglia di parlare come mai nella mia vita mi era accaduto.
Solo allora cap� cosa stava succedendo al mio corpo,al mio cuore e alla mia mente.Tutti quei segnali durante quella notte erano un indizio chiavi di cosa stavo cercando.
Mi mancava l'amore e io mi ero innamorata di quel Pierre che con poche domande mi aveva aperto strade infinite sicure,su cui poter contare sempre.
Lui con quel sorriso innocente,lui con quello sguardo perso in ricordi lontani,lui con quel suo modo di capire le cose,lui con quell'anima cos� forte e grande da prendersi cura anche della mia ormai ridotta a brandelli.
-Pierre...
-Dimmi...-spost� lo sguardo dalla finestra alla mia faccia.
-Pi� tardi mi accompagni in un posto?
-Certo.-non ci fu bisogno di alcuna spiegazione,nemmeno di una domanda,sapevo di far la cosa giusta sia per me che nei suoi confronti.
Quel pomeriggio sarei entrata in quella stanza piena di persone nella mia stessa situazione,mi sarei seduta di fianco a qualcuno e fiera di quello che stavo diventando avrei finalmente ammesso,a me stesssa e a quel gruppo,che io ero un alcolizzata.
Gli sorrisi prima di bere ancora del caff�.Segu� il suo sguardo fuori dalla finestra e guardai il cielo azzurro di Montreal splendere nel cielo.Ancora una volta non sapevo quali fossero i suoi pensieri,ma li stava condividendo con me,in quel momento mi sent� parte della sua vita,in quel momento mi sent� una persona vera.
 
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AreYouNuts?
» Posted on 27/12/2008, 19:21




Lara io amo le tue one-shots...sono così piene di sentimento ed emozioni, veramente...sei straordinaria a trasmettere sensazioni..mi è piaciuta da matti...complimenti!
 
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1 replies since 27/12/2008, 15:13   92 views
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