I Love You 'Till The End., [Ok il titolo fa pena, ve lo concedo.]

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AreYouNuts?
» Posted on 23/11/2008, 01:05




Dunque...ebbene....ok..diciamo che mi sarebbe anche venuta l'idea per una fanfiction...molto in generale per ora, ma comunque qualcosa di base c'è :D

Non mi convince molto questo primo capitolo, ma a voi giudicare! Vi avverto che per adesso non c'è ancora ombra dei nostri cari amici canadesi, ma presto arriveranno..altrimenti che fanfiction sarebbe? Eh, appunto.

Va beh, la smetto di blaterare come mio solito...vi amo ragazze :wub:

Capitolo 1




Mi guardai velocemente attorno nella camera silenziosa e finii di chiudere lo zaino. Delle cose che erano rimaste non c’era più niente di mio.
Né i vestiti costosi ancora appesi nel guardaroba, né tantomeno le foto che mi sorridevano quasi beffardamente dalle pareti, testimoni di una vita che non era mai stata davvero mia. L’unica di cui mi importava, la stringevo in tasca. Un’istantanea vecchia di 10 anni di me e mia sorella.
“Allora hai deciso?” la voce di Jill mi colse quasi di sorpresa, anche se un po’ me la aspettavo…e in fondo ci speravo.
Le sorrisi e annuendo mi sedetti sul letto.
“Non ha niente a che vedere con te”
“Lo so” mi si sedette di fianco e dopo un istante passato a fissarci mi strinse in uno dei suoi caldi abbracci.
“Mi mancherai Mad” sussurrò contro la mia spalla.
“Se mi fai piangere ti picchio” mi staccai da lei dopo qualche istante tentando di sorridere, ma scoprii che ciò non faceva altro che aumentare la possibilità di scoppiare in lacrime.
“So che non dovrei dirtelo ma…non c’è proprio niente che io possa dirti che ti faccia cambiare idea?”
Sorrisi tristemente e scossi la testa. “Ho provato Jill..ho provato davvero a farmi passare tutti questi grilli nella testa come li chiamava nonna…ma non ci riesco. Non posso restare. Devo andare e trovare la mia strada, dovunque essa sia.”
“Credi che sia a Montreal?”
“No, non lo so. Ma Tom ci va e in questo momento qualsiasi posto va bene. Devo solo andarmene da qui.”
Mi fissò per un altro lungo istante “Come farò senza la mia sorella pazza? Chi mi sveglierà più nel cuore della notte chiedendomi di guardare Il Signore degli Anelli e agitando la ciotola dei pop-corn?”
Scoppiai a ridere e stavolta non feci niente per trattenere le lacrime.
“Ecco vedi..adesso dovrei picchiarti”
Rise e mi abbracciò piangendo a sua volta.
I love you ‘till the end…
I love you ‘till the end…” le ripetei all’orecchio.
Quella era una specie di nostro piccolo rito personale. Nostro padre ci aveva fatto addormentare con quella canzone dei Pogues fin da piccolissime e da quando era morto, era diventata come la colonna sonora della nostra vita.
“Suppongo che dovrei lasciarti andare adesso…”
Mi asciugai velocemente le lacrime e tentai un sorriso
“Ti chiamo non appena arrivo”
“Mad..stai attenta.” Si era fatta improvvisamente seria e in una frazione di secondo dimostrò molto più dei suoi 21 anni appena compiuti.
“Come sono gli accordi con Tom?”
“Niente di particolare. Lui va a Montreal da alcuni amici e mi da un passaggio. Una volta lì i patti sono che posso stare con loro finchè non trovo qualcosa per conto mio.Dopo di che le nostre strade si dividono”
“Quindi…non avete tipo intenzione di tornare insieme o che so io?”
Mi finsi scandalizzata e spalancai gli occhi “No! Ovvio che no. Siamo solo due persone adulte e perfettamente responsabili che condividono un viaggio in macchina. Fine della storia.”
Annuì “Suppongo che a mamma verrà un collasso”
“Na..solo perché non è stata la prima a saperlo. Probabilmente le basterà una settimana di ferie alle Hawaii per riprendersi, vedrai” la nota di sarcasmo nella mia voce era evidente perché Jill sorrise.
“Non la perdonerai mai, vero?”
“Non ha niente da farsi perdonare. Lei è fatta così, io in tutt’altro modo. E disgraziatamente ci siamo trovate a vivere sotto lo stesso tetto per 21 anni.”
In quello stesso istante il mio cellulare vibrò.
“E’ Tom. Devo andare.”
Mi alzai dal letto e presi lo zaino.
“Se Tom fa lo stronzo o per qualsiasi altra cosa..un colpo di telefono e vengo subito..a Montreal, a New York, dovunque sarai”
Sorrisi e mi ravviai velocemente i capelli in una coda.
“Prometto che lo farò”
“Oh fatti abbracciare..la prossima volta che ti vedrò chissà quando sarà, chissà dove sarai..”
“Hey la stessa cosa potreidirla io…magari ti trovo incinta! Con Todd le cose si fanno serie adesso!”
Non potei non notare la lieve sfumatura che le aveva abbellito il volto al solo pronunciare il nome del suo ragazzo e per l’ennesima volta non potei non invidiarla. Lei aveva trovato il suo posto nel mondo, io ancora no.
Per questo me ne andavo. Perché per me, doveva per forza esserci qualcosa di meglio.


Quando mi chiusi la porta di casa alle spalle e inspirai a fondo l’aria notturna carica di aspettative, avvertii nettamente una scarica di adrenalina in fondo allo stomaco.
Io ce l’avrei fatta. L’avevo sempre saputo e adesso più che mai sentivo la presenza di quella consapevolezza guidarmi verso il mio nuovo destino.
La macchina di Tom era ferma in fondo alla via e quando aprii lo sportello del passeggero mi accolse il solito tanfo di tabacco stantio che così tanto mi ricordava la nostra storia. Forse non era stata una grande idea quella di partire insieme a lui, ma d’altraparte non è che avessi molte alternative.
“Si parte Maddy” esclamò lui non appena mi fui seduta nell’abitacolo.
“Non con questa musica” spensi la radio che era sintonizzata su qualche canale di musica heavy metal e misi la cintura.
“Detti già legge?” scosse la testa e mise in moto “Andiamo bene…”
Non gli risposi, voltandomi per un’ultima volta verso casa.
Tom se ne accorse “Poi magari mi spiegherai il perché di questa decisione…”
“Magari..” gli risposi soprappensiero, e appoggiata la testa al sedile chiusi gli occhi.
 
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My_Alien
» Posted on 23/11/2008, 01:35




*_* Sis *_* Si *_*
Mi piace troppissimo! Ti giuro Sis! Devi continuarla prestissimo! E' troppo bella! Sa tanto di te e ok come Tom ci vedo quel Tom ma sono dettagli ahahah!
Non vedo l'ora di leggere il seguito!
 
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AreYouNuts?
» Posted on 23/11/2008, 10:17




Siiiiis mi fai felicissima Sissina *___* sono tanto contenta che ti piaccia!
In effetti ci ho messo tanto di me :D ahahaha e io non so assolutamente perchè ma per Tom ci vedo il cantante degli Zebrahead, cioè mi è subito venuto in mente lui ahahahah ma cmq!
Oggi continuo :D
 
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AreYouNuts?
» Posted on 23/11/2008, 18:19




Capitolo 2



“Maddy…”
“Mmm”
“Maddy…” Tom mi punzecchiò fastidiosamente un braccio e fui costretta ad aprire gli occhi.
Mi guardai attorno spaesata rendendomi conto che ci eravamo fermati e scossi la testa per scacciare l’intorpidimento.
“Io faccio colazione, vieni anche tu?”
Con la testa indicò l’insegna di un Mc Donald’s e sorrise.
“Sono 4 ore che guido, se non prendo un caffè penso di poter morire”
Sbadigliando annuii. “Ne ho bisogno anche io”.
“Vediamo se riesci ad essere più di compagnia magari…” aprì la portiera della macchina ed uscì.
Il freddo pungente mi fece stringere dentro la giacca e rabbrividire involontariamente.
“Dove siamo?” gli chiesi non appena mettemmo piede dentro il Mc Donald’s e il suo odore pungente di patatine fritte mi colpì forte facendo contorcere il mio stomaco.
“Siamo appena entrati in Canada, tra 2 ore dovremmo essere a Montreal” rispose lui avvicinandosi al bancone e prendendo un muffin dall’espositore.
“Wow…ho dormito per 4 ore di fila?”
“Completamente…se avessi viaggiato da solo sarebbe stato lo stesso. Beh non proprio…” mi sorrise in un modo strano prima di aggiungere “Mi ero scordato quanto fosse bello guardarti mentre dormi”
Scoppiai a ridere e presi una ciambella “Ma per favore Tom. Credo sia uno dei motivi per i quali ci siamo lasciati…non ti fermavi mai abbastanza per riuscire a vedermi dormire…”
Stranamente restò senza niente da controbattere e così scuotendo la testa, mi scostai e andai ad ordinare il mio caffè.
Mi andai a sedere ad un tavolo vuoto e sbirciai fuori dalla finestra nel parcheggio sottostante.
Il panorama non sembrava tanto diverso da quello di un altro parcheggio di un Mc Donald’s ad Augusta, la città dalla quale scappavo, eppure mi faceva sentire in un modo del tutto nuovo. Mi faceva sentire padrona della mia vita. L’essere lontana da casa, l’essere da sola e il poter contare solo sulle mie forze rendevano tutto diverso. Mi sentivo cresciuta.
“Allora, me lo vuoi dire perché te ne vuoi andare da casa? Hai litigato con tua madre?”
Tom prese posto di fronte a me col suo caffè fumante e cercò di sorridermi.
Aspettai qualche attimo prima di rispondergli.
“Sì e no. Lei c’entra sicuramente, ma nessun gravissimo litigio…sono solo arrivata al punto di non ritorno. Penso di aver sprecato abbastanza della mia vita”
Alzai lo sguardo per vedere l’effetto che poteva aver avuto quell’affermazione su di lui. Magari era riuscito a leggere tra le righe.
Si limitò a fissarmi, il caffè in mano e uno sguardo vacuo.
“E perché pensi che andare a Montreal cambierà le cose?”
“Non so se Montreal cambierà le cose..ma è comunque un posto lontano, dove poter ricominciare tutto d’accapo. E io devo poter ricominciare tutto..e smetterla di essere qualcuno che non sono”
“Non penso di averti mai davvero capita Madison”
Fui sorpresa che avesse usato il mio nome per esteso, in genere non lo faceva mai, ma pensai che fosse dovuto al fatto che riteneva quell’affermazione di una certa rilevanza.
Mi uscì una risatina, assolutamente non voluta, ma decisamente vera.
“Non penso che qualcuno ci sia mai riuscito, quindi non prendertela troppo con te stesso” gli sorrisi, finendo di bere il mio caffè e tornando a guardare fuori dalla finestra.
Finimmo di fare colazione in silenzio e dopo aver pagato tornammo in auto.

“Vuoi che guidi io?” gli chiesi, dirigendomi verso la parte del guidatore.
Scoppiò a ridere “Sai voglio arrivarci a Montreal”
“Vorresti insinuare qualcosa sulla mia guida?”
Alzò le mani continuando a ridere “Per carità..ma conosco la tua avversione per il volante, per cui non preoccuparti…posso reggere per altre 2 ore”
Scossi la testa e salii in macchina dall’altra parte.
“Se ti addormenti e andiamo a sbattere, non dire che non ti avevo avvertito”
Borbottò qualcosa prima di salire e poi finalmente partimmo.

“Ok dovrebbe essere questa” Tom cercò di guardare il numero civico del palazzo davanti al quale eravamo e per poco non investì una signora che stava attraversando.
“Guarda la strada, razza di cretino!” lo apostrofai io prendendo in mano il volante e sterzando repentinamente.
“Per poco non mettevi sotto la nonnina”
Per tutta risposta scoppiò a ridere come un vero deficiente e iniziò la manovra di parcheggio al lato del marciapiede.
“Siamo sicuri?” gli chiesi, alzando lo sguardo verso la facciata di un palazzo che decisamente aveva visto giorni migliori.
“Beh..non sarà il castello delle fiabe milady…”
“…ho smesso di credere alle fiabe, Tom.”
Mi sorrise “Allora siamo a posto”
Spense la macchina ed io aprì la portiera ed uscìii in strada.
“Mi piace” commentai.
“Mi ci vedo”
Mi passò un braccio attorno alle spalle, al quale prontamente mi sottrassi ed aggiunse “Ai ragazzi piacerai da morire”
“Spiegami ancora una volta chi sono questi tizi?”
“Max e Joe..non li conosci comunque. Sono vecchi amici d’infanzia. Lo sapevi che ho una nonna canadese?”
Scossi la testa “Te lo sarai dimenticato di accennermelo”
“Beh comunque..ci conosciamo da sempre e adesso hanno intenzione di mettere su una band e dato che tu conosci il mio talento alla batteria…”
“…hanno pensato bene che con te non li avrebbe fermati più nessuno…” finii la sua frase in maniera sarcastica.
“Sfottimi pure. Quandò sarò una rockstar, rimpiangerai questi momenti”
“Certo, Tom. Adesso andiamo, sto morendo di freddo qui fuori”
Ci avviamo fino all’ingresso del palazzo e suonammo per ben 3 volte prima che qualcuno si degnasse di aprirci, dopodichè ci toccarono 8 rampe di scale – l’ascensore si era guarda caso rotto proprio quel giorno – prima di arrivare al piano esatto.
“Wow Tom..potevi avvisarci che ti portavi dietro Miss America”
esclamò il più smilzo dei due, dalla soglia dell’appartamento.
“Avremmo dato una sistemata a questo porcile almeno” fece l’altro, più robusto ma dai lineamenti più delicati.
“Non preoccupatevi ragazzi” mi avvicinai a loro “io adoro la confusione.”
Mi sorrisero ed io ricambiai “Sono Madison”
“Max” fece lo smilzo, tendendomi una mano
“Joe” aggiunse l’altro, limitandosi al sorriso.
“Che ti avevo detto? Li hai già conquistati?” mi sussurrò Tom avvicinandosi alle spalle e prendendomi per mano entrammo nel nostro nuovo appartamento.
 
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My_Alien
» Posted on 23/11/2008, 18:50




CITAZIONE
Lo sapevi che ho una nonna canadese?”

Ahahahhah Sis ahahhah

Oh Sis sono troppo curiosa di sapere cosa farà Madison in mezzo a un covo di musicisti squattrinati nella meravigliosa Montreal!
*_* continua presto Sis!
 
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i'd do anything
» Posted on 24/11/2008, 10:57




o mio dio e io non mi ero accorta di questo capolavoro???chiedo umilmente scusa...però adesso voglio un continuo perchè ormai sono parte della storia!
 
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AreYouNuts?
» Posted on 24/11/2008, 11:21




Ahahahahah prometto prometto che oggi continuo! Grazie mille Lara :D
 
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AreYouNuts?
» Posted on 28/11/2008, 23:21




Capitolo 3




“Sì, beh…mi pare ovvio che c’è qualcosa che non quadra qui…” ero appoggiata allo stipite di una delle due camere da letto, e facevo girovagare lo sguardo in quel buco nel quale stava incastrato un letto a una piazza a mezzo.
Max mi si fece vicino e sorrise “Non preoccuparti, non devi condividerlo con nessuno”
“Ah..” mi voltai verso di lui “..e voi cosa fate? Dormite per terra?”
“Io e mio fratello dormiamo nell’altra stanza, come facciamo da 26 anni a questa parte…e il tuo Tom sapeva di doversi accontentare del divano. Saremo anche squattrinati, ma siamo comunque gentiluomini”
“Comunque non è il mio Tom, ci tengo a sottolineare..”
“Come vuoi..puoi mettere tutte le tue cose in quella cassettiera lì” e indicò una specie di comodino biancastro e rovinato.
“Cioè nel comodino? Ha si e no due cassetti..comunque non preoccuparti, terrò tutto nello zaino. Non mi sono portata dietro molto e in ogni caso non penso di fermarmi a lungo.”
Indugiò un attimo con lo sguardo su di me “Peccato, saresti stata un piacevole diversivo alle nostre giornate”
Risi e scossi la testa “Vado a farmi una doccia! Dopo 6 ore di viaggio nella macchina di Tom sembra che passi le mie giornate in una fabbrica di sigarette.”
Così mi diressi nel minuscolo bagno dove entrava a malapena la cabina doccia e il lavabo, e dopo essermi specchiata per un nanosecondo, mi spogliai e mi tuffai sotto il getto dell’acqua.
Chiusi gli occhi e rividi nella mia mente tutti i momenti delle ultime ore, dallo sguardo di mia sorella, alle battutacce di Tom, alla prima impressione su quella nuova casa e infine alla sensazione di stare veramente facendo qualcosa per me e per la mia vita.
Per quanto provassi a sforzarmi, non mi veniva proprio da piangere. Magari sarebbe anche stato giusto, dato che in meno di un giorno avevo chiuso la porta su tutto ciò che ero stata per 21 anni, ma non ci riuscivo. Non mi sentivo triste, ne tantomeno sola.
E sapevo che non era dovuto ai 3 ragazzi di là. Non mi sentivo sola perché avevo il controllo adesso, e non ci sarebbe stato più nessuno a dirmi cosa fare, che cosa sognare, che aspirazioni avere, nessuno avrebbe mai più detto una sola parola su quello che mi riguardava, e se non mi sentivo sola era perché mi sentivo finalmente me stessa.
Avrei iniziato il giorno dopo a cercarmi un lavoro. Su internet avevo trovato gli indirizzi delle maggiori riviste di Montreal e avevo già deciso che me le sarei girate tutte. Potevo andarci anche a piedi se Tom non avesse voluto accompagnarmi, in quel momento niente avrebbe potuto fermarmi.
Quando infine uscii da li sotto, mi sentivo completamente messa a nuovo. Non riuscivo a smettere di sorridere e mi presi tutto il tempo necessario per tornare in camera e scegliere una maglia e un paio di pantaloni puliti tra le poche cose che mi ero portata.
Chiamarla camera era davvero un eufemismo, eppure in quel buco c’era addirittura uno specchio appeso alla parete accanto alla porta, nel quale prontamente mi specchiai e pettinai i miei capelli in una treccia scura.
Venne un disastro ma lasciai perdere. In genere era Jill che si occupava delle mie pettinature, fosse dipeso da me sarei sempre andata in giro con i capelli “a caso”, o tutt’al più legati così come capitava in una coda.
Non ero mai stata troppo brava in quelle cose, ma Jill ci si divertiva da matti. Immaginai per una frazione di secondo il riflesso del suo volto accanto al mio.
Quello sarebbe stato un duro prezzo da pagare. Indubbiamente, pensai.
Mi presi un ultimo istante per osservare il mio viso e poi cercai il cellulare nello zaino.
Jill rispose subito.
“Mad! Cazzo perché non mi hai risposto? Ho pensato le cose peggiori”
Sorrisi alla sua solita apprensione, era così tipica di lei.
“Ero sotto la doccia, scusa la prossima volta mi ricorderò di portare il telefono dietro”
“Falla pure la spiritosa…lo sai quanto ci sto male e come penso subito al peggio”
“Lo so, Jill…l’ultima volta che non ti ho risposto perché avevo il silenzioso, c’è mancato poco che mi sguinzagliassi dietro l’FBI…”
“Esagerata” il sollievo le traspariva chiaramente da ogni singola sfumatura della voce.
“Senti Mad…è tutto a posto allora?”
“Sì..completamente. Tom ha fatto il bravo, più o meno” le risposi prima che lo chiedesse lei.
“E i suoi amici sono forti. Penso che mi dispiacerà perfino lasciarli, quando troverò qualcosa per conto mio”
“Bene, sono contenta davvero. Magari puoi anche non crederci, ma è così…solo che mi manchi di già..”
“Anche tu mi manchi…
Restammo per qualche secondo in silenzio. Sicuramente stava cercando il modo migliore per comunicarmi qualcosa, quando se ne stava zitta era sempre quella la spiegazione.
“Senti…mamma vorrebbe parlarti..”
Appunto.
Non potei trattenere un sospiro “Le dico che ancora non ti ho sentita se vuoi…” fece lei, ma il tono era così incerto e poco convincente che mi fece stare ancora peggio.
“No, no..passamela. Prima ci parlo, prima elimino il problema.”
Anche se non potevo vederla sapevo perfettamente che aveva appena scosso la testa e aveva sorriso tristemente.
Con Jill mia madre era sempre andata d’accordo. Con me no.
E mentre a lei questa differenza di comportamenti sembrava non importare affatto, a Jill faceva stare male.
Per quanto mi riguardava, la pensavo come mia madre. Ad ognuna la propria vita. Ma Jill non riusciva proprio a tollerare il fatto che io e lei fossimo così diverse e così disperatamente ai ferri corti.
“Madison” esordì col suo tono più freddo, che comunque non mi causò nessun tipo di sensazione particolare che sicuramente aveva sperato invece di causarmi.
“Mamma”
“Non trovo parole appropriate per descriverti”
“Non ho bisogno di essere descritta in nessun modo, so come sono”
“Posso sapere quanto hai intenzione di farla durare?”
“Mamma, io non torno indietro”
Era così tipico di lei, Dio..dovevo aspettarmelo che avrebbe fatto di tutto per buttarmi giù.
“Finiscila con le stupidaggini. D’accordo, hai voluto fare la bravata…scappare nel cuore della notte con il tuo ragazzo mi sembra romantico…adesso che ci hai lasciati tutti stupiti e ci hai dimostrato che sai prendere in mano la tua vita, puoi tornare. Non abbiamo bisogno di altre dimostrazioni”
“No mamma..tu non hai capito. L’ultima cosa di cui mi importa è dare a voi dimostrazioni di qualcosa…e non voglio neanche giustificarmi. Ho chiamato per farvi sapere che sto bene e che sono viva. Fine della questione.”
“Madison finiscila. Non costringermi a venire a prenderti”
Proruppi in una risata che mi fece quasi spaventare tanto era il gelo che la rivestiva.
“Avanti, vieni. Non aspetto altro. Vieni e dammi un solo motivo per il quale dovrei seguirti.”
“Non ho bisogno di darti motivi. Tu sei mia figlia e questo è il posto dove devi stare. Qui con la tua famiglia. Non vagabondare come una zingara senza meta. Come se in tutti questi anni ti avessimo fatto mancare qualcosa. Sei un’ingrata.”
“E tu sei una stronza”
Probabilmente se l’avessi schiaffeggiata apertamente, sarebbe stato meglio. Immaginavo solo vagamente quanto potessi averla offesa. Non ferita. Solo offesa. Non le importava un accidente dei motivi per i quali sua figlia pensasse quelle cose di lei, l’unica cosa che non tollerava era che stessi tentando in tutti i modi di vincere quella partita. E quello non riusciva a sopportarlo.
“Quando l’eccitazione della novità sarà finita, quando ti sveglierai in una topaia e ti renderai conto della portata del tuo fallimento, quando un giorno ti chiederai che cosa hai fatto della tua vita e ti risponderai con Niente…ti aspetterò sulla soglia, Madison. Credimi, quando finalmente ti renderai conto che i tuoi sogni non sono altro che sogni, io sarò lì.”
Spensi direttamente il cellulare.
Non volevo sentire davvero altro.
Era incredibile come riuscisse a buttarmi giù anche a chilometri di distanza, anche quando camminavo a tre metri sopra il cielo lei arrivava e mi faceva battere la testa contro la durezza della realtà.
Detestavo le persone così.
Per l’ennesima volta mi domandai come fosse possibile che avessi gli stessi suoi geni.
“Hey…” alzai lo sguardo per accorgermi di Tom sulla soglia della stanza che sorrideva dolcemente.
“Tutto bene?”
“Mia madre…”
“Ah…capito. Vuole che torni?”
Scrollai le spalle “Ha importanza?”
Rise “E’ normale che ti abbia detto di tornare, voglio dire..è tua madre Maddy! Cosa ti aspettavi che ti dicesse? Che fosse contenta?”
Scossi la testa “No…non lo so…magari avrei voluto sentirmi dire che nonostante le avessi spezzato il cuore andandomene, era comunque la cosa giusta. Magari avrei voluto sentirla piangere, sentirla davvero distrutta per me…ma nel profondo contenta…avrei voluto sentirmi dire che una volta tornata a casa mi avrebbe preso a calci per il male che le sto facendo, ma che comunque non avrei potuto fare diversamente perché in fondo lo ha sempre saputo per cosa sono fatta ed era anche l’ora che andassi a prendermi quello che mi spetta…”
Fissai la mano di Tom ferma sulla maniglia della porta e seppi che se lo avessi guardato in faccia, sarei scoppiata a piangere.
“Non c’è niente che possa dirti per farti stare meglio, scommetto…”
Annuii impercettibilmente e mi alzai.
Quando gli passai accanto tentò di abbracciarmi, ma io lo schivai e mi diressi in cucina.
“Ragazzi, vado a fare un giro per schiarirmi le idee” esclamai a nessuno in particolare e a tutti in generale.
“Vuoi che ti accompagni?” Tom mi aveva seguito e adesso mi fissava mentre mi mettevo il cappotto.
“No, Tom..niente di personale, ma ho davvero bisogno di stare per conto mio”
Senza aspettare cenni di assenso o qualsiasi altra cosa, spalancai la porta e scesi le scale.
 
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My_Alien
» Posted on 28/11/2008, 23:33




Io adoro quando te ti metti a scrivere.
Mi ricordo quanto amavo e aspettavo "A Drink For The Horror That I'm In" e questo credo sia la prima fan fic che porti avanti seriamente da allora, e Sis, credimi, la amo! Ed è veramente quello che sei te, è vera un milione di volte e adoro il modo semplice in cui sai descrivere certe cose, senza giri di parole, soltanto semplicemente perchè è quello che hai dentro.
Adoro ogni cosa che scrivi! Lo sai!
 
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AreYouNuts?
» Posted on 28/11/2008, 23:38




Oddio ma Sissina *___* cioè non so dirti cosa mi provochi quando leggo queste cose...è una cosa dentro direttamente collegata al tastino che dice "Quanto Amo La Mia Sis" e quando leggo queste cose, quel tasto si clicca e il bene che ti voglio lo sento tanto più forte..:D

Grazie Sis, come per "A Drink For The Horror That I'm In", tu sei uno dei motivi principali che mi motivano a scrivere :D
 
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My_Alien
» Posted on 28/11/2008, 23:44




Ahah Sis te lo sai che ti voglio un mondo di bene ahahahh
 
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AreYouNuts?
» Posted on 28/11/2008, 23:45




ahahaha Sissina la cosa è reciproca :D
 
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i'd do anything
» Posted on 28/11/2008, 23:58




E ora Lara va a letto e si sogna tutto perchè la mia mente è talmente stupida che ne sarebbe capace...
Dio Ely,anche tu non scherzi a mettermi i brividi addosso,ragazze ammettetelo mi volete morta...Stupenda davvero,scrivi al più presto!
 
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AreYouNuts?
» Posted on 29/11/2008, 00:01




Grazieeeeeeeeeeeeeeeee, grazie, grazie Lara :D adoro tantissimo anche te! *__*
Mi fate andare in brodo di giuggiole O_o ahahahahah

Ho già in mente tutti i possibili risvolti, scrivo al più presto!
 
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i'd do anything
» Posted on 29/11/2008, 00:10




Ecco brava che qui noi vogliamo gli scoop!
 
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28 replies since 23/11/2008, 01:05   381 views
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