Per farla più reale nel capitolo ci sono picolissime frasi in francese
spero vada bene
Capitolo 10Appena finimmo la nostra cena in cui Pierre aveva tentato di far capire a Aelie come usare le bacchette, il suo telefono suonò e quando tornò in cucina sembrava un'altra persona.
-devo andare...scusate...- aveva detto prima di uscire di casa e avviarsi in macchina.
Vidi che nella fretta aveva scordato la sua giacca nell'ingresso e così uscii fuori a portargliela.
-Pierre?- stava salendo in macchina quando lo chiamai e cercò di sforzare un sorriso quando mi vide.
-ehi-
-hai scordato la giacca...tutto ok?- gli chiesi mentre gliela davo.
-si non preoccuparti...-
-se domani hai da fare non serve che vieni ce la caviamo anche da sole...-
-certo che vengo ormai l'ho promesso...-
-sicuro che va tutto bene? hai cambiato espressione tutto d'un colpo...-
-solo stupide faccende che non mi decido di risolvere...o lasciare...-
-oh faccende? e queste faccende non hanno un nome femminile e magari sono alte e carine vero?- gli chiesi con un sorriso.
Mi guardò un attimo in silenzio prima di sorridere a sua volta questa volta senza sforzarsi.Sorrise semplicemente.
-può darsi...ci vediamo domani allora...-
-certo...notte Pierre...-
-notte...-
Salì in macchina e quando tornai in casa la sua auto era già sparita in fondo alla strada.
-che ti ha detto? ti ha baciato?- mi chiese Aelie appena entrata.
-no ma che...perchè doveva baciarmi poi?-
-certe cose non le notate voi ragazze italiane?-
-notare cosa esattamente?-
-lasciamo stare...domani viene vero?-
-si...-
-e sei sicura che non ti ha baciato?-
-al cento per cento...e poi...-
-poi?-
-credo abbia la ragazza...è stato vago...-
-questo vuole dire che gli piaci ma che non vuole fartelo sapere...-
-tua teoria?-
-mia teoria...-
-allora...- le dissi ridendo.
-dove vai?-
-a dormire...-
Salii su per le scale e quando entrai in camera mi fermai a guardare ancora tutti i muri.
Avevano fatto un lavoro perfetto ed era la cosa più carina che qualcuno avesse mai fatto per me.
Quando la mattina mi svegliai era presto.
Doveva aver nevicato durante la notte e tutti i tetti erano coperti da un manto bianco che faceva sembrare la città ovattata come uno di quei paesini delle palle di vetro.
Non cercai neanche di svegliare Aelie ma andai in cucina a preparare il caffè e latte.
Anche se era domenica la ditta di spedizioni mi aveva assicurato che sarebbe arrivato tutto per quel giorno e così avrei potuto davvero iniziare a vivere a Montreal come se non avessi mai vissuto in nessun'altra parte del mondo.
Mi venne in mente la mattina in cui me ne andai.
Non avevo neanche avvertito perchè era diventato tutto così sbagliato, lo stare lì, vivere in un posto che non era quello a cui sentivo di appartenere.
Mi ricordai di come non avevo provato nessun tipo di rimorso quando mi ero chiusa la porta di casa alle spalle ma semplicemente mi ero sentita un pò più vicina alla mia idea di libertà che avevo passato tanto tempo a progettare.
Presi la mia tazza e i cereali e la giacca e andai a sedermi sul dondolo del portico.
Non passò molto prima che un gruppetto di ragazzini corresse fuori dalla casa che stava di fronte alla nostra.
Quello che sembrava il più piccolo urlò -jete jete!- al ragazzino di fianco a lui che colpì in pieno il signore che spalava la neve davanti casa che si girò furioso verso di loro dicendo -stupide nourissons!- e loro scoppiando a ridere corsero via urlandosi l'un l'altro -cours cours!-.
Ero talmente presa a guardare quei ragazzini e a ridere che non lo vidi arrivare finchè non mi si sedette vicino.
-bonjour mademoiselle!-
-oh ciao Pierre...non ti avevo visto arrivare-
-sei sempre più strana...- mi disse con un sorriso.
-guardavo i bambini giocare con le palle di neve e non mi sono accorta della tua auto...-
Restammo un pò in silenzio prima che mi chiedesse -ti piace l'inverno?-
-se no avrei scelto Los Angeles per andarmene di casa no?- gli dissi ridendo.
-io ci vivo a Los Angeles...ma solo ogni tanto...preferisco stare qui...-
Anche lui si mise a guardare la casa di fronte.
I bambini erano tornati in dietro e si nascondevano dietro la siepe pronti ad attaccare di nuovo il povero vecchietto.
-come mai sei venuto così presto?-
-non riuscivo a dormire...-
-ed eri convinto che io o Aelie saremmo state in piedi per farti entrare?-
-non lei alle otto del mattino ma te ne ero certo...nel caso avrei fatto il giro sul retro come il primo giorno...sono sicuro che hai lasciato la chiave lì nel vaso...-
-ora che so che lo sai dovrò cambiargli posto...- gli dissi ridendo -vieni ti offrò il caffè anche stamattina...-
-ti è arrivata la tua macchinetta?-
-no e anche se fosse non te lo direi perchè se no bareresti e diresti che fa schifo anche se poi è il più buono che tu abbia mai bevuto...-
-touchè-
Ci alzammo dal dondolo ed entrammo in casa.
Pierre si sedette ad uno degli sgabelli del tavolo da cucina e io preparai il caffè per tutti e due -hai anche del lattè?-
-non hai fatto colazione?- gli chiesi aprendo il frigo e poggiando la busta di latte sul tavolo.
-no non mi andava a casa mia stamattina...troppo vuota...-
-cereali?-
-grazie...-
Ce ne restammo seduti lì a fare colazione finchè non scese Aelie in cerca di caffè e appena ci vide mi fece "rock-on" da dietro le spalle di Pierre prima di dire -buon giorno- e mettersi a sedere con noi.